A distanza di tempo, pubblico una sorta di secondo capitolo, anche se a dire il vero si tratta di qualcosa di completamente indipendente dall’articolo precedente, cui comunque vi rimando qualora abbiate il piacere di leggerlo: Chakra: le energie retrostanti e l’incrocio maschile-femminile.
Veniamo ora all’articolo di oggi, sempre dedicato ai chakra, ma con un nuovo spunto e quindi un nuovo punto di vista, anch’esso ovviamente di stampo esistenzial-evolutivo.
Ma prima, una piccola premessa: i sette chakra regolano il movimento e la qualità delle energie nel corpo umano, costituendo una sorta di doppio boccaporto.
In primo luogo, secondo un’ottica più terrena e concreta, nel fluire delle energie nel corpo stesso, e stiamo parlando proprio di benessere fisico e di salute. Ergo, ogni problema fisico è connesso a un particolare chakra, nel quale l’energia non si muove in modo sufficientemente fluido, essendoci un qualche blocco. Ogni organo del corpo, e così pure ogni arto o parte di arto, si riconduce inevitabilmente a qualche chakra, o per vicinanza vera e propria o per il collegamento dei meridiani.
In secondo luogo, i chakra funzionano da portali tra il piano fisico-denso e il piano sottile-spirituale. Che tra l’altro non sono semplicemente collegati, ma di più: sono la stessa cosa e le stesse energie, inquadrate però su piani differenti. In questo senso, i chakra sono i portali tra l’Esistenza-Universo-Creato e noi stessi come ego-individui-personalità.
Da ciò deriva una conseguenza ovvia: dal momento che il corpo è l’unica cosa che possediamo nel mondo materiale (e anche quella l’abbiamo in prestito, e prima o poi ne perderemo il possesso, lo dovremo restituire), ne deriva che qualunque disequilibrio spirituale-sottile deve per forza manifestarsi nel corpo.
Possiamo dire la medesima cosa in un modo un poco diverso: ogni chakra, ogni vortice di energia, ogni portale energetico incarna-rappresenta una qualche area energetica, ossia una qualche area evolutiva, ossia una qualche area di apprendimento, ossia una qualche area di maestria.
Ciò che peraltro non è certo una novità, non ho scoperto nulla. Il mio intento è semplicemente quello di darvi una piccola ma utile mappa di tali “aree di maestria interiore che diventa fisica-esteriore per il tramite dei sette chakra”.
Sarò come sempre sintetico e panoramico; quel che mi preme è dare soprattutto visioni generali, lasciando poi alla singola persona l’approfondire quello che sente le serve maggiormente.
Chakra 1: Io esisto, io mi occupo della mia sopravvivenza e del mio benessere.
Chakra 2: Io desidero, io provo piacere, io gioisco, io provo emozioni, io mi diverto, io creo.
Chakra 3: Io posso, io voglio, affermazione nel mondo, desiderio di definizione di se stesso nel mondo.
Chakra 4: Io amo, io provo affetto e amore (verso quante persone, ossia quanto l’amore è ristretto o diffuso, dipende dal livello evolutivo della singola persona, e ciò ovviamente ha a che fare con l’abbandono dell’ego-dualità-personalità e l’ingresso nell’anima… e non a caso il nome sanscrito del quarto chakra, Anahata, significa “suono che viene prodotto senza che due oggetti si colpiscano”: ossia la non dualità, condizione indispensabile dell’amore incondizionato).
Chakra 5: Io do, io dico, io condivido e scambio con gli altri.
Chakra 6: Io vedo, io immagino, io ho una certa visione interiore (e quindi anche esteriore, giacché il fuori è lo specchio del dentro).
Chakra 7: Io sono unito, io sono connesso col Tutto.
Ecco, in sintesi le aree di maestria, ossia le aree energetiche che dobbiamo padroneggiare e che sono incarnate come prove ed esperienze nel nostro stesso corpo (e per ciò da esse non possiamo fuggire, prima o poi le dovremo affrontare e padroneggiare), sono queste.
Questa è la scala di Giacobbe, in poche parole.
Ognuno faccia con questo breve elenco ciò che ritiene più utile, sia in riferimento a ciò che sta affrontando ora, sia in riferimento a ciò che già sente di padroneggiare e su cui non ha più problemi (attenzione: né emotivi né fisici), sia in riferimento a ciò che sente che ancora gli manca.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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