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Il movimento dell’energia e come essa può essere impiegata

10 Apr 2020 | Energie, Evoluzione personale, Meditazione

Il movimento dell’energia e come essa può essere impiegataIn questo articolo affronterò, per quanto in modo sintetico, un tema che ritengo molto importante, e che sta a cavallo tra corpo fisico ed evoluzione interiore: il tema delle energie… letteralmente intesa, ossia l’energia che la persona ha a disposizione.

Per affrontarlo, pensavo avvalermi di una citazione tratta dal libro Ego, di Vimala Thakar, ma poi ho deciso di aggiungere qualche altra citazione tratta dal suddetto libro, di modo che in pratica la metà di questo articolo lo avrà scritto la guida spirituale indiana (discepola di Jiddu Krishnamurti, morta nel 2009).

1. L’ENERGIA A NOSTRA DISPOSIZIONE È LIMITATA.

Il concetto centrale è che l’energia che abbiamo a disposizione non è infinita, e che se la usiamo in un modo non potremo poi usarla in un altro modo… concetto banale, scolastico e quasi infantile, ma di cui, curiosamente, quasi nessuno tiene conto, anche e soprattutto nei “circoli spirituali”.

Partiamo con la prima citazione.
“L’energia vitale si frammenta nelle reazioni emotive o intellettuali; ogni pensiero verbalizzato o non verbalizzato, ogni emozione espressa o inespressa, tutti i movimenti della mente, anche minimi, sono un dispendio di energia vitale.
Ogni pensiero, ogni sensazione, turba il ritmo del respiro e della circolazione del sangue. Ogni pensiero, nobile o ignobile, ogni sentimento, virtuoso o non virtuoso, disturba, dà uno strattone all’intera chimica del corpo. Quando l’attività mentale cessa, il rimo diventa perfetto; c’è armonia nel ritmo della circolazione del sangue. Il processo della digestione, il sistema ghiandolare, muscolare e nervoso sono tutti in uno stato armonioso di silenzio.”

2. OGNI PENSIERO E OGNI EMOZIONE COSTA ENERGIA.

Qua il discorso è molto pratico: ogni pensiero e ogni emozione ci costa un certo quantitativo di energia (ricordate che viviamo in un Universo in cui ogni cosa è energia: le tradizioni spirituali lo dicono da millenni e infine c’è arrivata anche la moderna scienza). Ergo, ogni singolo pensiero ci “costa” qualcosa e, specialmente se è accompagnato da emozioni, squilibra tutto l’assetto, con detrimento della salute, ovviamente tanto maggiore quanto la cosa è frequente.

Passiamo alla seconda citazione, ch’è dello stesso tenore.
“Se le energie che permeano gli organi sensoriali non indulgono inutilmente e senza motivo nel movimento verso l’esterno, rimangono all’interno degli organi sensoriali e il silenzio le riconduce alla loro sorgente priva di movimento. Le energie ritornano quindi alla loro sorgente, tendono all’assenza di movimento, al silenzio. Si riassorbono nella fonte da cui provengono.
Nutritevi solo di quanto è necessario: assumere cibo ha a che fare con le necessità del corpo e non significa indulgere nei piaceri del gusto. Anche gli abiti siano in accordo con i bisogni, senza ornamenti. Quando il silenzio diventa stabile, nella bellezza della solitudine e della vitalità vedrete che la vitalità non dipende dall’associazione con oggetti materiali o persone.
In questo modo le energie rivolte all’esterno ritornano alla sorgente, ed è questo che intendo con un modo di vivere che favorisce la ricerca spirituale.”

3. PIÙ SIAMO ORIENTATI VERSO L’ESTERNO, PIÙ SPRECHIAMO ENERGIA.

Dunque, più “sensazioni” abbiamo (sensoriali, emotive, mentali, o un misto tra le tre cose) più energia sprechiamo verso l’esterno, verso le cose del mondo. Viceversa, se non indulgiamo spesso in tali “fuoriuscite energetiche”, ne deriva che conserveremo quel quantitativo di energia dentro di noi, e quell’energia ci consente di aumentare la consapevolezza e il silenzio interiore (la meditazione o stato meditativo in fin dei conti è questo).

Terza citazione, la quale sintetizza quanto detto finora.
“Riducendo al minimo l’attività rivolta all’esterno di ogni organo sensoriale, non solo si conserva l’energia vitale, ma abbiamo anche la possibilità di trascorrere più tempo nella libertà che nella fatica dell’attaccamento, della dipendenza e dell’ossessione.
Tutto ciò che provoca la perdita di libertà interiore è antireligioso e antispirituale.”

Il disperdere la nostra energia (il nostro potenziale evolutivo, per chi non se ne fosse accorto) verso l’esterno, verso le cose del mondo (verso Mammona, direbbe Gesù) è, quindi, qualcosa di antispirituale, e lo è perché ostacola il nostro progresso spirituale. Molto semplicemente e molto banalmente.

4. L’ENERGIA RISPARMIATA SIGNIFICA BENESSERE FISICO E SPIRITUALE.

Andiamo avanti con la quarta citazione, che ci sposta sul lato della salute fisica.
“Quando il pensiero non si muove, quando l’emozione non si muove, quando non c’è nessuna pressione sul sistema chimico e nervoso, quando c’è un rilassamento olistico, totale, iniziano a muoversi le energie di guarigione del corpo.
Non è forse quello che accade nel sonno?”

Così, non solo l’energia risparmiata ci consente un potenziale progresso interiore che altrimenti non potremmo avere, ma, nella stabilità e nella pace della quiete interiore è anche un fattore di guarigione fisica.
E in effetti si sa che il sonno profondo, quello senza sogni e senza attività mentale, è il sonno benefico vero e proprio, mentre il resto è contorno.

5. L’IMPORTANZA DEL SILENZIO (ESTERIORE E INTERIORE).

Penultima citazione, questa sul silenzio.
“Il silenzio è una dimensione che è stata negletta dall’umanità.
A scuola ci hanno insegnato il movimento, il linguaggio, ma né la scuola né i genitori insegnano ai bambini la scienza della solitudine, dell’immobilità e del silenzio.
Il silenzio è parte della vita, l’immobilità è parte della vita, la solitudine è parte della vita, e senza questi elementi la vita è incompleta.”

La vita moderna ci educa al chiasso, all’attività, allo svago, al far sempre qualcosa, a tenere sempre la mente occupata, la tv accesa, la radio accesa o la chiacchiera inserita… e così l’ego viene nutrito all’infinito. C’è gente talmente assuefatta al rumore che non si accorge nemmeno di averlo sempre intorno, e c’è gente talmente assuefatta alla “compagnia” della televisione da tenerla accesa anche di notte.
Dall’altra parte della riva, ad aspettarci, abbiamo il silenzio, lo stato meditativo, la bellezza e l’indipendenza della solitudine.

6. IL SILENZIO COLTIVA LA VERA INTELLIGENZA.

Ultima citazione, sulle conseguenze della pratica del silenzio.
“Che cosa accade nella dimensione del silenzio? Quando ci sediamo tranquillamente, ci rilassiamo e ci immergiamo nella dimensione del silenzio, delle energie curative, nel corpo si attiva l’intelligenza, la sensibilità percettiva.
La meditazione è uno stato di coscienza dotato di intelligenza percettiva. Il suo contenuto non sono i pensieri, i ricordi, le conoscenze o le esperienze, ma il vuoto del silenzio pieno di intelligenza. Sappiamo che è un’energia più sottile delle altre energie e possiamo chiamarla intelligenza.”

Man mano che si coltiva tale “silenzio” (che ovviamente può coltivarsi anche in mezzo al chiasso, essendo un silenzio interiore piuttosto che interiore, anche se va da sé che l’allenamento è più facile da svolgere in un silenzio anche fisico), esso coltiva la nostra intelligenza interiore: questo non è altro che il processo altrimenti definito di osservazione e di trasmutazione alchemica. Quando si mettono da parte i ninnoli dell’ego-personalità, e si alimentano osservazione e consapevolezza, essi fanno in modo che emerga la vera intelligenza, la saggezza.

Tenete conto di tutto quanto abbiamo detto.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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