Con l’articolo odierno voglio mostrarvi quanto è potente l’applicazione costante del principio dell’analogia nell’avere una maggiore consapevolezza di se stessi, e quindi una capacità d’intervento su di sé e sulle proprie energie interiori enormemente maggiore.
Ma prima di ciò, facciamo una premessa.
Normalmente noi indichiamo come “vita reale” quella materiale, fenomenica, che tuttavia tutte le tradizioni spirituali ed esistenziali hanno sempre definito come illusoria.
1. LA VITA REALE È QUELLA ESSENZIALE.
Al contrario, la vita veramente reale sarebbe quella essenziale, quella energetica, quella interiore…
… da cui tutto promana, peraltro, e più reale e concreta di così proprio non si può.
Da ciò deriva il fatto che tutto quando vediamo nella vita “reale” ha una corrispondenza nella vera vita reale, l’essenza energetica che sta dietro alle cose e da cui il primo fattore promana.
Se, dunque, guardiamo le cose con uno sguardo scaltro, con occhi svegli, saremo in grado di comprendere sempre quali energie ci sono in movimento, e potremo osservarle.
Da cui, come si diceva prima, l’importanza dell’analogia.
Faccio alcuni esempi concreti, tra i tanti che si potrebbero fare.
2. LA POTENZA DELL’ANALOGIA: LAVARE I PIATTI.
Il primo è un esempio personale, ed è una cosa di cui mi ero accorto tempo fa… mentre stavo facendo i piatti, attività che tra l’altro è un ottimo esercizio meditativo-di presenza, se ci si dà la pena di farlo.
Nel lavare piatti e lavello, e nel sistemare tutto quanto, mi son reso conto che era tutto pulito e in ordine, ma fino allo scarico; sotto di esso, una volta levato quell’aggeggio che funge da filtro, era molto sporco, perché evidentemente lo avevo trascurato per molti lavaggi.
Una persona sveglia si deve per forza chiedere: “Non è che mi comporto così anche nel resto della vita materiale, e soprattutto nella vita reale?”. Da tale domanda, che in realtà è una sicurezza una volta che si conoscono le leggi dell’esistenza, deriva necessariamente una maggiore consapevolezza di sé: si è fatta luce nel buio, per così dire, e c’è una porzione di tenebre in meno nel proprio inconscio, se si vuol dire in quest’altro modo.
E Dio solo sa quale valore si potrebbe attribuire a questa maggiore conoscenza e consapevolezza di sé: un valore infinito, senza dubbio, perché è il percorso dell’infinito che stiamo percorrendo.
3. LA POTENZA DELL’ANALOGIA: I PARASSITI “NON FISICI”.
Esempio numero due.
Vi siete mai dati la pena di riflettere sul fatto che, così come ci sono parassiti fisici (pulci, pidocchi, zecche, etc), allo stesso modo devono per forza esserci parassiti “non fisici”, che agiscono dunque su piani non fisici, o comunque su piani più sottili rispetto al denso mondo della materia?
Essi non sono nient’altro che i demoni, i volador, le razze parassite aliene di cui si occupa una moderna branca della ricerca di frontiera. Sono peraltro ciò che ha dato origine, nei secoli e nei millenni, alle leggende sui vampiri… i quali non affascinano così tanto le genti per mero caso, ma perché inconsciamente esse sanno che è una questione reale.
D’altronde, anche le entità umane appena disincarnate ma ancora molto legate al piano materiale (possesso, ego, attaccamenti affettivi, etc) rimangono “nei dintorni” dopo la loro morte, e per un tempo imprecisato, il tempo di cui necessiteranno per fare uno scatto evolutivo… e nel mentre esse si nutrono delle energie basse emesse dalle persone cui rimangono vicino (che normalmente sono i loro parenti o comunque coloro cui erano più legate).
3. LA POTENZA DELL’ANALOGIA: LA SCALA ALIMENTARE.
Esempio tre: avete mai pensato che la grande varietà nella scala alimentare dell’essere umano per forza deve corrispondere a una scala di genere più sottile, ossia a una scala di tipo evolutivo?
Questa non è certo una novità, e tutti i maestri di tutti i tempi lo hanno sempre affermato, ma è curioso notare che quasi nessuno pensa al fatto che l’onnivorismo umano (=mangiare un po’ di tutto) corrisponde a un onnivorismo di tipo energetico-sottile (=avere a che fare con un po’ tutto in modo indiscriminato… e la parola discriminazione, sinonimo di discernimento, è la parola chiave): così come siamo in grado di digerire-elaborare molti cibi (alcuni con più efficacia e facilità, occorre dirlo), ugualmente siamo in grado di elaborare energie molto diverse tra di loro, quelle che vanno dalla violenza all’amore incondizionato (e in questo caso c’è ben di peggio che mangiare un po’ di tutto, e il peggio è essere proprio attirati da quanto c’è di più basso e dedicarsi esclusivamente ad esso).
Analogicamente anche i cibi, che poi sono l’energia densa con cui nutriamo i nostri corpi (non solo quello fisico), hanno una corrispondenza su tale scala invisibile… ovviamente.
4. IL PRINCIPIO ANALOGICO VA APPLICATO A OGNI COSA.
Fatti questi pochi esempi, diciamo che in realtà dovremmo applicare il principio analogico ad ogni cosa: come teniamo casa nostra, come teniamo la nostra macchina, come teniamo il nostro corpo, come facciamo sport, come viviamo le relazioni sentimentali, cosa mangiamo, etc.
Ecco perché, giusto per dirne una, il feng shui ha una tradizione pluri-millenaria, e ha un valore enorme tanto nel comprendere se stessi e le proprie energie (nel vedere come è casa nostra), tanto nel modificare tali energie (modificando il corpo-abitazione che ci contiene… e questo vale ovviamente anche e a maggior ragione per il corpo fisico, un contenitore ancora più ravvicinato rispetto alla casa).
Ricordate sempre: attenzione vigile e sguardo scaltro.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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