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Sia il tuo parlare “sì” quando è “sì”, e “no” quando è “no”

14 Ott 2022 | Cristianesimo, Giuramento, Spiritualità

Sia il tuo parlare Come prima cosa, leggiamo la citazione precisa del Vangelo di Matteo (5, 36): “Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no. Il di più viene dal maligno”.
Cosa significa questo ammonimento di Gesù? Perché ci invita a “non giurare”?
Lo spiego prima concettualmente e poi con un esempio personale.

1. NON GIURARE PER IL FUTURO VUOL DIRE DARE MAGGIORE ATTENZIONE AL PRESENTE.

Concetto: nel parlare del giurare o del non giurare, Gesù si sta riferendo al momento presente e alle diverse fasi del percorso evolutivo, il quale è un percorso e quindi comprende il movimento e il cambiamento. In tale direzione, non ha senso giurare per alcunché, dal momento che un giuramento, persino il più sincero e fedele, potrebbe essere smentito dalle nuove condizioni dovute al procedere lungo il percorso.

2. GIURARE NON HA SENSO.

Giurare non ha senso, quindi, soprattutto per coloro che stanno portando avanti un percorso interiore volontariamente e consapevolmente, ma anche per gli altri non è una buona idea, perché un qualsiasi cambiamento, magari indipendente dalla propria volontà, potrebbe mettere la persona davanti alla situazione di non rispettare il giuramento fatto oppure di rispettarlo a costo della propria felicità e integrità.

Che due dei sacramenti cattolici più importanti, matrimonio e sacerdozio, siano fondati proprio su un giuramento è un paradosso che rivela quanto poco la stessa Chiesa Cattolica conosca i Vangeli, o quantomeno l’essenza dei Vangeli (anche se in questo caso non è una questione di essenza e consapevolezza, visto che l’ammonimento è ben chiaro).

Un giuramento, infatti, potrebbe essere effettuato in modo assolutamente fedele in riferimento a un dato momento, ma il momento dopo potrebbe presentare alla persona qualcosa di completamente differente. E chi si vincola a un giuramento passato rischia seriamente di bloccare, o quantomeno rallentare, il proprio percorso interiore… che è ciò che Gesù invita a evitare.

3. NON BISOGNA GIURARE MAI: UN CASO PERSONALE.

Esempio personale: anni fa, quando il mio sito di recensioni di libri Una vita fantastica iniziò ad avere un discreto successo, ottenni da molti editori l’invio gratuito di tantissimi libri, un centinaio e oltre… e se non sono andato ancora oltre è stato perché, a un certo punto, mi sono reso conto dell’errore fatto. Nonostante io sia un ottimo lettore, infatti, i libri vanno letti, e i testi mandatimi presumibilmente mi avrebbero tenuto occupato per numerosi anni… come infatti è stato.

Qual è il problema in ciò?

Il problema è che nel frattempo io mi sono spostato parecchio avanti rispetto a quei libri, che erano risonanti col mio io di allora, risultando a conti fatti poco utili, se non vere e proprie perdite di tempo. In ciò, rischiavano di perderci anche gli editori, che avrebbero visti recensiti in modo poco lusinghiero dei testi che magari cinque o sei anni fa mi sarebbero persino piaciuti, o che comunque avrei valutato in modo più morbido.

4. NON GIURARE VUOL DIRE ESSERE LIBERI DI PORTARE AVANTI IL PROPRIO PERCORSO.

Tuttavia, non solo nel mentre mi son spostato parecchio, ma negli anni mi sono orientato sempre più verso i maestri, ossia lo stesso Gesù, e poi Buddha, Yogananda, Muktananda, Osho, Sanai, Rumi. E poi ancora Tao te thing, Bhaghavad gita, Dhammapada, etc. Ora il meno che cerco per il mio apprendimento (“meno” per modo di dire) sono Aivanhov e Gurdjieff… e il resto che leggo lo considero “intrattenimento” (utile più ad altri, a livello di recensioni, che non a me).

A titolo d’esempio, gli ultimi libri che ho letto, o che sto leggendo ora, sono stati questi: Krishnamurti, il Tao te ching, un libro sui maestri sufi, un libro di Jeanne de Salzmann e l’autobiografia di Aivanhov su lui e Peter Deunov… il livello non è certamente basso.

5. GIURARE SIGNIFICA NON CAMBIARE/EVOLVERE MAI O NON MANTENERE LA PAROLA DATA.

A quel punto, mi son trovato nella situazione di dover scegliere se mancare la mia parola data agli editori, di leggere e recensire tutto quello che mi avevano mandato (che avevo scelto io stesso) o se mantenere la parola tenendomi però vincolato a energie precedenti e più basse rispetto a dove sono ora. Mi hanno cresciuto insegnandomi a dire la verità e a essere onesto, per cui ho scelto la seconda ipotesi, ma con qualche sofferenza, giacché avevo parecchio da smaltire e sapevo già in partenza che avrei potuto utilizzare meglio il mio tempo. La cosa comunque mi ha fornito una lezione importante, e anzi due (l’ammonimento di Gesù e la disciplina), per cui comunque è andata bene.

Per la cronaca, le recensioni che vedete sul sito menzionato sono letture di circa due anni fa, e forse di più, ed è proprio in questo lasso di tempo che ho smaltito quel che avevo da smaltire (in realtà mi avanza ancora un paio di cose, ma ho fatto quasi tutto): nei prossimi due anni quindi sul sito si assisterà a tale smaltimento, affiancato a testi viceversa ben più importanti. E comunque anche nelle cose che avevo scelto al tempo c’erano elementi validi, per cui bene in ogni caso.
Gli editori che hanno visto tanti loro libri recensiti con valutazioni bassissime portino pazienza: ho sbagliato io tempo fa.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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