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Come mai alcuni insegnanti spirituali danno esercizi opposti?

29 Ott 2016 | Crescita personale, Evoluzione personale, Insegnamento, Livello di consapevolezza, Vie evolutive

Come mai alcuni insegnanti spirituali danno esercizi opposti?A volte capita che qualcuno chieda perché taluni insegnanti spirituali abbiano consigliato ai loro allievi una certa pratica, mentre altri insegnanti spirituali – tutti quanti ritenuti risvegliati e altamente attendibili – abbiano viceversa consigliato una pratica del tutto contraria.

Facciamo un esempio pratico.

1. CHI HA RAGIONE?

Nel settore della legge di attrazione è molto diffuso il consiglio, che poi diventa un comportamento di vita molto concreto, di evitare le emozioni negative, nonché le fonti di energia negativa e tutti quegli avvenimenti che rischiano di generare in noi energie basse.

Si chiude quel libro, se ne apre un altro, ed ecco che questo secondo insegnante suggerisce al contrario di affrontare le cose che ci fanno paura, o le cose che ci irritano.

La domanda che mi è stata posta è una conseguenza di tale contrapposizione: chi dei due ha ha torto e chi ha ragione?

2. LA RISPOSTA STA NEL LIVELLO EVOLUTIVO DELLA SINGOLA PERSONA.

La risposta è: nessuno dei due… e forse l’unico ad aver torto è colui che, probabilmente per pigrizia mentale, non ha indagato la questione con un minimo di profondità.

La questione è in realtà molto semplice, persino banale: le persone si trovano a differenti livelli evolutivi, e per fare un passo avanti hanno bisogno di differenti spunti… proprio perché è diverso il passo che devono compiere.

Facciamo un esempio: il primo autore consiglia al suo pubblico di spegnere la tv per non essere bombardati dall’energia negativa e fortemente manipolatoria dei telegiornali, di film violenti e in generale dei mezzi di comunicazione di massa.

3. PUNTI DIVERSI E SCELTE DIVERSE: IL PRIMO SPEGNE E IGNORA.

Leggiamo ad esempio questo brano di Thich Nhat Hanh tratto dal libro La pace è ogni passo:
“Vi capita mai di restare incollati davanti al televisore e guardare un programma orrendo?
Quei rumori striduli, quei colpi di pistola urtano i nervi.
Eppure non vi decidete a spegnere.
Perché infliggersi una tortura del genere? Non sarebbe meglio chiudere le finestre? Avete paura di stare soli, del vuoto e della solitudine che potreste incontrare rimanendo a tu per tu con voi stessi?
Guardando un brutto programma alla tv, noi diventiamo quel programma.
Noi siamo quello che proviamo e percepiamo. Se ci arrabbiamo, siamo la rabbia. Se amiamo, siamo l’amore. Se contempliamo la cima di un monte ricoperto di neve, siamo la montagna. Possiamo essere ciò che vogliamo.
Allora perché spalancare le finestre a spettacoli di bassa lega prodotti da chi specula sull’emotività della gente, e che ci fanno venire le palpitazioni, ci fanno stringere i pugni e ci lasciano svuotati?
Siamo troppo passivi rispetto a quello che ci propina lo schermo, troppo soli, troppo pigri o annoiati per crearci una vita tutta nostra. Accendiamo il televisore e lo lasciamo acceso, permettendo a qualcun altro di guidarci, plasmarci, distruggerci”.

Suggerimento sensato, e molto adatto alle persone agli inizi del loro percorso di consapevolezza, o comunque alle persone in un certo momento un po’ deboli e decentrate, che di certo non hanno bisogno di energie basse (oltre le loro!), le quali rischierebbero di risucchiarle ancora più in basso, o comunque di rallentarle fortemente nel loro cammino.

4. IL SECONDO GUARDA E ASCOLTA.

Il secondo autore, invece, consiglia praticamente l’opposto: accendere la tv e guardare e ascoltare la persona che più dà fastidio, magari il politico manipolatore di turno.
O, a proposito di persone che agitano le nostre energie basse, di passare un weekend in famiglia.

Il secondo esempio lo traiamo dal libro La danza del vuoto, di Adyashanti:
“Penso che sia un’ottima pratica spirituale accendere la televisione e ascoltare il tizio che odi di più, quello che ti fa uscire dai gangheri più di chiunque altro.
Quando riesci a vedere Dio anche in lui, stai cominciando a capire.
Se invece devi spegnere la tv ogni volta che lo vedi, perché ti fa montare su tutte le furie, allora hai ancora un bel po’ da risvegliare”.

Anche questo consiglio è perfettamente sensato… se rivolto a una persona che è già piuttosto avanti nel suo percorso, tanto da sapere che il fuori è riflesso perfetto del dentro, che delle cose e delle persone ci infastidiscono le energie con cui noi stessi non siamo a posto interiormente, che più si hanno reazioni negative e più c’è da ripulire interiormente, e se la persona in questione ha sufficiente centratura e motivazione per affrontare le proprie energie basse allo scopo di elevarle-sacrificarle-santificarle.

A questo tipo di persona, in realtà, non converrebbe affatto evitare le cose che non le piacciono, giacché in quel caso si starebbe autolimitando, starebbe procedendo molto più lentamente di quanto viceversa potrebbe.

5. IL FARMACO PER UNO È VELENO PER QUALCUN ALTRO.

Non ha senso dunque fare di tutta l’erba un fascio, perché ogni male ha il suo rimedio, e talvolta il rimedio per un male è bene in un caso e male in un altro…

… laddove “bene” e “male”, per quanto mi riguarda, vogliono dire semplicemente “agevolare il percorso evolutivo” e “rallentare il percorso evolutivo”, senza che di mezzo vi sia alcun giudizio di tipo dualistico.

Flessibilità, dunque, e apertura mentale… e anche fiducia negli insegnanti spirituali da cui vi sentite attratti, che non è mai una cattiva idea.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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