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Il coraggio di osare

19 Mar 2022 | Coraggio, Crescita personale, Insegnamento

Il coraggio di osareIl titolo dell’articolo dice “Il coraggio di osare”, ma più prosaicamente avrebbe potuto essere “Il coraggio di mettere in pratica quello che si è studiato sui libri”. Sarebbe stato un po’ lungo come titolo, per cui ho optato per la versione breve.

Cercherò di essere sintetico: quel che osservo è che tante persone, pur essendo piene di nozioni su tematiche esistenziali, e magari anche ottime nozioni, fanno fatica ad applicarle alla loro vita, o magari non ci provano neppure, come se “la spiritualità” e “la vita” fossero due cose diverse, due compartimenti separati. Sappiate che, se agite in questo modo dicotomico, non otterrete mai dei cambiamenti reali… o comunque otterrete, ma poco e in tempi lunghi.
Vado a fare qualche esempio illustrativo di tipo pratico.

1) In tanti si leggono libri sul feng shui, sul vastu, sulla corrispondenza energetica tra l’ambiente in cui si vive e le proprie energie, e magari mettono il “like” agli articoli che parlano di come antichi monumenti sono stati costruiti utilizzando la geometria sacra, secondo proporzioni recanti con sé certe energie, e magari il like lo mettono anche ai post sulle danze sacre di Gurdjieff o cose simili… ma poi il loro appartamento è un disastro: sporco, disordinato, pieno di mobili e ninnoli vari, con le energie bloccate, con l’aria e la luce che faticano a circolare, privo di bellezza. A proposito, se non avete bellezza intorno, vi manca un pezzo del puzzle.

2) Lo stesso discorso si può fare sulla corrispondenza tra le energie interiori e il corpo fisico, il quale è un corpo più ristretto della casa, che ugualmente è un nostro contenitore e dunque ci rappresenta per forza di cose. Il ricercatore serio dovrebbe avere il coraggio di trattare ogni singolo sintomo come qualcosa di suo, che andrebbe affrontato, illuminato e sciolto. Ma quanti hanno il coraggio, anche solo con sé stessi, per prendersi la responsabilità su qualsiasi cosa avviene loro?

3) Tanti ormai conoscono i vantaggi concreti (scientifici, laddove la scienza consiste nello studio e nella dimostrazione di un’ipotesi di partenza… il che rende la quasi totalità delle persone che si definiscono “materiali” non scientifiche, giusto per la cronaca, perché a loro non interessa sperimentare e scoprire nulla, ma interessa solo continuare a dormire nella loro zona di comfort) delle varie pratiche bioenergetiche… ma quanti le praticano tutti i giorni o quasi?

4) Stesso discorso sul vegetarianesimo e dintorni: la natura, l’anatomia e le statistiche parlan chiaro da sole, e l’oramai esperienza comune di tantissime persone che vivono benissimo senza mangiare cadaveri dovrebbe indurre i più a smetterla di sacrificare creature innocenti sull’altare del loro desiderio carnale. Eppure anch’essi sono una minoranza; non più così tanto piccola in Italia e nel mondo, ma pur sempre minoranza netta.

5) Torniamo a chi mette il like sui social, e magari stavolta lo mette a qualche articolo che parla della vibrazione dei colori, che peraltro sono notoriamente associati ai chakra, come è associata ai chakra qualunque altra cosa. Bene, quanti si circondano del colore in cui sanno di essere deboli? E con “circondano” intendo anche decorare la loro casa con quella tinta dominante. Eppure sarebbe un modo facile per orientare e rafforzare le proprie energie, perché procede per risonanza e influenzamento inconscio. Eppure anche su questo versante c’è poca gente…

Gli esempi potrebbero essere tanti e qua ho elencato solo i primi che mi sono venuti in mente. Volutamente non ho affrontato la questione del coraggio in altri contesti sociali, tema molto attuale in questo periodo storico, nel quale i nodi (spirituali) sono abbondantemente venuti al pettine (spirituale anch’esso).

Il concetto dell’articolo è: non serve a nulla coltivare la conoscenza se essa non diviene esecutiva. D’altro canto, mettersi a fare le cose senza sapere quello che si fa è forse ancora peggio.
Come diceva il mistico persiano Al Ghazali: “Conoscenza senza pratica è follia. Né si può praticare senza conoscenza”.

Chi frequenta il settore spirituale solitamente si occupa della conoscenza, ma spesso capita che manchi la conversione pratica; manca l’incarnare quanto si è imparato a livello teorico. Naturalmente è un errore anche il caso opposto: chi cerca di praticare senza conoscenza, anche se lo fa con impegno e animo positivo, non otterrà granché, ed è bene esserne consapevoli.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

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