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Sogni: come ricordarli e cosa farci

9 Ago 2014 | Crescita personale, Principio analogico, Sogni

Sogni: come ricordarli e cosa farciL’articolo di oggi è un poco particolare, nel senso che va a indagare, seppur in modo originale, l’argomento dei sogni e dell’attività onirica, che è stato oggetto di discussione per secoli e secoli…

… senza che peraltro si sia arrivati a conclusioni certe.

Il mio punto di vista, come sempre, non è tanto conoscitivo o esplorativo, ma evolutivo, ossia concernente l’evoluzione spirituale delle persone.

1. L’UOMO SOGNA DI CONTINUO… SOPRATTUTTO DI NOTTE.

Prima di tutto, partiamo dal fatto che ogni notte sogniamo, e più volte e notte, con la differenza che alcune persone si ricordano molti dei loro sogni, ed altre se ne ricordano pochi.

Subito un accenno a questo punto: come sempre, nella vita assume forza ciò a cui noi diamo attenzione, per cui se ai sogni dedichiamo poca attenzione (energia), essi diventeranno sfondo… pur se il nostro Sé Superiore non rinuncerà mai a darci messaggi importanti, sia con i sogni sia con eventi esterni.

2. UN METODO SEMPLICE PER RAFFORZARE I PROPRI SOGNI.

Un modo per ricordarsi più sogni è quindi, semplicemente, quello di dar loro maggior spazio, e lo si può fare con questa tecnica classica: tenete sempre un quaderno e una penna vicino al letto, e non appena vi svegliate cercare di ricordarveli quanto più è possibile e trascriveteli…

Un altro modo per dar loro valore è quello di chiedere guida e messaggi ai propri sogni se si ha davanti qualche decisione importante da prendere prima di andare a dormire.

Difatti, come recita il terzo principio huna, “l’energia va dove si dirige l’attenzione, e l’attenzione va dove fluisce l’energia”.
Vale per i sogni e vale per qualsiasi altra cosa.

Questo sulla quantità, Passiamo ora alla qualità.

3. COSA DOBBIAMO FARE CON I SOGNI CHE CI RICORDIAMO?

La prendo un po’ larga, ma concluderò il pensiero rapidamente: ogni campo dell’esistenza è riportabile su un piano energetico, per il semplice fatto che tutto è energia e vibrazione. Il che significa che tutto è rapportabile con tutto su un piano analogico.

Un esempio di questo fenomeno è lo studio dell’astrologia, o lo studio dei suoni, o lo studio dei colori, e così via per tutto.
Facendo l’esempio dei colori, ogni colore è portatore di un’energia specifica, e se noi sappiamo che energia serve nella nostra vita possiamo portarcela semplicemente con una dose abbondante di quel colore… prima che magari ce la porti a forza la vita con qualche esperienza difficile.

4. STA A NOI OTTENERE QUELLO CHE CI MANCA.

Cioè, per farla breve: sta a noi procurarci quello che ci serve in modo morbido e magari anche piacevole, se no, se proprio siamo sordi ai vari messaggi inviatici, ce lo procura la vita in modo più “forzato”.

I sogni sono per l’appunto uno dei modi con cui la vita comunica con noi, e l’aspetto interessante, decisamente sottovalutato, è che non è necessario diventare degli esperti di interpretazione dei simboli per poterli utilizzare.
Cioè, se uno lo vuol fare bene, lo faccia e diventerà esperto in quel campo, così come si può diventare esperti in altri campi ugualmente utili dal punto di vista analogico, però non è necessario diventare esperti di tutti i campi, e nemmeno di un campo solo.

I sogni, difatti, si possono semplicemente ridurre alla loro essenza, e vedere cosa c’è dentro come energie al di là dei dettagli… proprio come per la vita esterna, guarda un po’.

5. LE NOSTRE ENERGIE INTERIORI TROVANO SEMPRE UN MODO PER FARSI NOTARE.

In pratica: non ha molta rilevanza a fini evolutivi se la tua rabbia emerge sul lavoro, con tua moglie o in un sogno… sta di fatto che è emersa, il che vuol dire che ce l’hai dentro, il che vuol dire che la devi elevare, il che vuol dire che la vita busserà alla tua porta finché non lo farai, e busserà in modo sempre più insistente, magari prima con i sogni, poi con qualche evento leggero, e se continuiamo ad essere sordi, con eventi più pesanti: malattie, abbandoni, tradimenti, licenziamenti, etc.

Dunque, a ben guardare, non c’è alcun bisogno di “interpretare” i sogni: basta prendere l’emozione negativa che è emersa e lavorarci su, con la tecniche che si conoscono e che più si apprezzano: alchimia trasformativa, hoponopono, mantra, preghiera, meditazione, etc. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

E se poi dai sogni emergono soprattutto o solo emozioni positive, tanto meglio: vuol dire che dentro abbiamo quelle, perché, per dirla con Gesù, “la bocca parla dalla pienezza del cuore”… e i sogni pure.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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