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Il pessimismo di Gurdjieff e l’ottimismo di questi tempi

10 Giu 2017 | Coscienza collettiva, Crescita personale, Livello di consapevolezza

Il pessimismo di Gurdjieff e l’ottimismo di questi tempiL’articolo prende le mosse da Gurdjieff, e da un certo pessimismo, ma di seguito evidenzia alcuni elementi incoraggianti.

Ma andiamo con ordine.

È una cosa ben nota che il futuro discende dal presente, non solo come opere, ma soprattutto come energie.
Un altro modo di esprimere il medesimo concetto è che il livello di consapevolezza attuale determina il corso della storia dell’umanità… e non solo dell’umanità, giacché l’uomo, in quanto creatura più evoluta ed energeticamente più potente, si trascina appresso anche le sorti dei suoi fratelli minori: gli animali e la natura in generale.

1. LA CONSAPEVOLEZZA COLLETTIVA DETERMINA I DESTINI DELL’UMANITÀ.

Il livello di consapevolezza non è solo ciò che, a livello collettivo e individuale, determina il corso degli eventi e le future esperienze, ma è anche ciò che permette di avere una visione lucida e ampia delle cose dell’esistenza…
… o al contrario di vivere nella cecità o nella miopia, a seconda di come sono messi i propri occhi (primo occhio, secondo occhio e terzo occhio, i primi due connessi alla visione fisica, e l’ultimo connesso alla visione interiore e quindi alla consapevolezza e alla saggezza).

2. OCCORRE AVERE “OCCHI PER VEDERE”.

Non è un caso che Gesù insistesse tanto sull’“avere occhi per vedere”, nonché dicesse che “La lucerna del tuo corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre”.

Uno che, nel secolo scorso, aveva la vista lunga era certamente G. I. Gurdjieff, il quale, non dissimilmente da Gesù e da tanti altri maestri e guide, insisteva molto sulla crescita della consapevolezza, inversamente proporzionale all’addormentamento.

Gurdjieff, operativo soprattutto nei primi decenni del 900, vedendo verso dove si dirigeva l’umanità del periodo, non si mostrava troppo ottimista.

3. IL PESSIMISMO DI GURDJIEFF.

Ecco cosa diceva il buon Gurdjieff: “Nella situazione attuale dell’umanità, nulla denota una evoluzione. Al contrario, paragonando l’umanità a un uomo, vediamo chiaramente il crescere della personalità a spese dell’esistenza, vale a dire la crescita dell’artificiale, dell’irreale, di ciò che non ci appartiene, a spese del naturale, del reale, di ciò che è veramente nostro.
Nello stesso tempo, constatiamo una crescita dell’automatismo.
La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza diventando sempre più simili ad automi, a pezzi di macchine.
Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un’uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell’uomo non fa che aumentare. L’uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero.
E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo.”

A circa un secolo di distanza, il tempo gli ha dato ragione: Prima Guerra Mondiale, Seconda Guerra Mondiale, Guerra Fredda, nonché parecchie decine di guerre (o “missioni di pace”, o “missioni per esportare la democrazia”) svoltesi in tutto il mondo, colonialismo amministrativo (diretto), colonialismo economico (indiretto, quello attuale), terrorismo vero e finto… e tutto ciò parallelamente a un appiattimento culturale e a una società votata ai consumi, alla massificazione e una vera e propria diseducazione di massa (scuola, religione, televisione, musica, film, etc).

4. LA DIREZIONE ATTUALE È DIFFERENTE.

Questo è quanto successo da allora ad oggi.
Oggi, tuttavia, vi sono tanti motivi per essere più ottimisti rispetto ai tempi di Gurdjieff: il forte interesse per le tematiche esistenzial-spirituali, l’aumento esponenziale di vegetarianesimo e dintorni, che rientra in generale in una maggiore attenzione per ciò che si introduce nel proprio corpo (e che diventa il proprio corpo, e che naturalmente contribuisce a determinare il proprio livello di consapevolezza, oltre che la propria salute), l’aumento delle pratiche bioenergetiche e la diminuzione delle pratiche fisiche violente, un forte ritorno nel contatto con la natura, il rifiuto crescente di certe imposizioni (si veda anche il caso dei vaccini).

Basti considerare poi che parole come “yoga”, “chakra” e “meditazione” sono ormai di conoscenza comune, cosa impensabile anche solo due decenni fa.

Certamente, il conoscerle non cambia le cose da solo, ma è comunque un segno del mutamento dei tempi, e della direzione verso cui sta andando l’umanità attuale.

4. C’È ANCORA MOLTO CAMMINO DA FARE… E LO FAREMO.

È chiaro che ancora vi sono gli effetti delle energie dei decenni passati, e che c’è ancora molto cammino da fare, ma vi sono anche tanti segnali positivi, che devono sempre tenere alte le energie delle persone che sanno cosa succede e che sono più consapevoli della media.

Così come l’uomo è il “fratello maggiore” degli animali, cosa che tanti maestri del passato hanno sottolineato, gli uomini consapevoli sono i “fratelli maggiori” degli uomini non consapevoli… e da tali si devono comportare, perché, per tornare ai Vangeli, più uno ha già, più da lui si pretende.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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