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Perché il confronto tra due persone non ha alcun senso

20 Ago 2016 | Evoluzione personale, Livello di consapevolezza

Perché il confronto tra due persone non ha alcun sensoUn episodio recente, nonché il fatto che ogni tanto la questione mi vien posta in modo diretto o indiretto, ha funto da spunto per questo articolo, in cui cercherò di illustrare – a chi non lo ha ancora realizzato per conto proprio – come mai dal punto di vista della crescita personale il confronto tra due persone non ha alcun senso.

Vado come prima cosa a specificare di cosa sto parlando, onde evitare equivoci terminologici di base.
Non mi riferisco ovviamente a un confronto su materie tecniche, o anche creative, in cui diversi punti di vista o intuizioni si mettono l’uno di fronte all’altro per unire gli sforzi produttivi in qualche direzione.
Mi riferisco invece a un confronto in cui due persone, che la pensano diversamente su qualche tema esistenziale, si confrontano per vedere chi ha ragione.

1. CHI HA RAGIONE = EGO.

La frase parla da sé: “chi ha ragione”, ossia pensieri, ossia mente, ossia ego. E l’articolo potrebbe anche chiudersi qui per coloro che hanno occhi sufficienti per vedere ciò di cui si sta parlando.
Ma giacché l’articolo lo sto scrivendo soprattutto per gli altri, andiamo avanti.

Tutto dipende come sempre dall’ottica che si sta adottando.
Se si sta adottando un’ottica esistenziale ed evolutiva, il confronto non ha alcun senso, e vediamo perché secondo le varie possibilità.

2. LIVELLI DI CONSAPEVOLEZZA.

Possibilità 1: chi è davanti a me ha un livello di consapevolezza maggiore del mio… e allora se io sono saggio mi porrò nei suoi confronti come un allievo pronto ad imparare e ad accogliere un’energia e una consapevolezza superiori.

Possibilità 2: chi è davanti a me ha un livello di consapevolezza inferiore al mio… e allora se io sono disponibile, e lui stesso è disponibile, potrò fungere da maestro-insegnante-facilitatore-aiuto nei suoi confronti.

Possibilità 3: chi è davanti a me ha un livello di consapevolezza più o meno similare al mio… e allora se siamo saggi andiamo entrambi a cercarci un maestro, ossia qualcuno che ha realizzato interiormente più di quanto abbiamo realizzato noi due, e che possa aiutarci nel nostro percorso di evoluzione interiore.

Se ovviamente ci interessa compiere un percorso di evoluzione interiore; altrimenti possiamo anche comprarci due biglietti per il cinema e passare così il nostro tempo.

3. IL CONFRONTO/SCONTRO NON HA ALCUN SENSO.

In ogni caso, il confronto non ha alcuna ragione d’essere… a meno che non si consideri “confronto” il fatto che due persone che hanno più o meno il medesimo livello di chiarezza interiore si “confrontino” sui libri che hanno letto, o su quello che hanno sentito in un certo seminario, sempre con lo scopo del rispettivo percorso evolutivo.

Ma anche in questo caso non ha alcun senso nella direzione di “io ho ragione e te lo dimostro”.
Anche perché i “livelli avanzati” hanno smesso ormai da tempo di voler dimostrare le cose agli altri, e tale attitudine, nonché la richiesta di “confronti”, basta a qualificare come anima infante la persona in questione.
Difatti, non si può che mettere a confronto le rispettive conoscenze-erudizioni, il che per l’appunto ci riporta alla mente e all’ego, mentre le consapevolezze non si posso mai scontrare, mai, come diceva a chiare lettere Gurdjieff.
Lo ribadisco: a cercare i “confronti” sono sempre e solo persone poco avanzate nel cammino, che sono ancora rimaste al livello mentale, se non ad energie ancora più basse.

4. I MAESTRI NON PARTECIPANO A CONFRONTI E DIBATTITI.

Proprio per questo motivo, i maestri-insegnanti non accettano mai confronti-scontri, perché sanno che sono perfettamente inutili: essi sanno bene qual è il loro livello di comprensione, e sanno quale è il livello di comprensione interiore di coloro che stanno loro davanti. E…

1. Se hanno davanti degli “allievi” disposti ad accogliere quanto loro hanno da dare, possono dare.

2. Se hanno davanti persone con una qualifica esistenziale inferiore a quella degli allievi, ossia persone che ancora non sono in grado di accedere a un certo livello, si fanno gli affari loro e lasciano fare agli altri il loro percorso esistenziale, che vedono in ogni caso come sacro e personale.

3. Se hanno davanti un maestro di livello superiore al loro, lo riconoscono all’istante e diventano essi stessi allievi al suo cospetto.

Ancora una volta, non c’è alcuno spazio per il confronto.

A tal proposito, Gurdjieff diceva: “Se un essere ti è superiore in Ragione, inchinati davanti a lui e cerca di imitarlo in tutto. Se invece ti è inferiore, sii giusto verso di lui, perché un tempo tu hai occupato il suo stesso posto”.
Per l’appunto.

5. CHI È L’INSEGNANTE E CHI L’ALLIEVO?

A questo punto la domanda è: come si distingue il livello dell’insegnante, di chi si ha davanti, nonché il proprio?

La risposta è sempre la solita: col percorso evolutivo.
Man mano che si va avanti aumenta la consapevolezza interiore, si vede l’esistenza e ciò che ne fa parte – uomo compreso – con più chiarezza, e si sa con perfezione dove si è e dove sono gli altri.

E se gli altri viceversa non si rendono conto di dove essi sono e di dove sono le altre persone, beh, è cosa loro.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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